La metropoli come mondo in rovina by Alberto Abruzzese

La metropoli come mondo in rovina by Alberto Abruzzese

autore:Alberto Abruzzese [Abruzzese, Alberto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Rogas
pubblicato: 2020-11-14T23:00:00+00:00


7.2. A.A.A. offresi…, un programma dello stesso gruppo che realizzò Processo per stupr o, ha proposto al piccolo schermo “di stato” una tematica molto scabrosa ma sostanzialmente omogenea alla cultura “familiare” televisiva: la pratica sociale della prostituzione, altro tipico dispositivo metropolitano.

“Occhio indiscreto” della piccolissima-piccolissima borghesia urbana, la televisione domestica questa volta si guarda in una stanza chiusa che per convenzione, regola, genere non prevede altri occhi che quelli implicati nel “gioco sessuale”, nella “contrattazione economica del commercio erotico”, nel rituale tra corpo del cliente e corpo della prostituta ( altro corpo inserito nella stanza chiusa, corpo-territorio).

Mascherati dietro uno specchio – secondo lo schema classico del libertino che “guarda” sull’estremo limite tra ragione e desiderio – i curatori di questo programma, coraggiosamente varato dalla seconda rete RAI, hanno videotipato le ore di lavoro di Veronique, poi hanno selezionato il materiale e lo hanno ridotto alla misura “spettacolare” di un’ora. Ma fortunatamente il risultato non è spettacolare nel senso “cinematografico” del termine (la prostituzione sullo schermo ci ha abituato ad ogni raffinatezza – Bunuel ad esempio – e ad ogni violenza – il “gusto forte” hollywoodiano – e ad ogni saggezza pornografica – da Godard a qualsiasi prodotto per luci rosse), ma è estremamente efficace nel senso televisivo: sequenze più o meno brevi, frantumate, senza racconto e senza psicologie, frasi mozze, perdita del tempo e dello spazio, banalità assoluta, tono medio, nessuna “punta”, nessun dramma se non il permanere circolare di una situazione ricca di informazioni.

Frasi: sul tempo o sul fumo o sulla famiglia, esattamente come si fa in altro spazio “chiuso”, quello del treno… solo che l’incontro con Veronique sembra più tranquillo, meno teso e “aggressivo” rispetto agli strappi erotico-sociali del fraseggio di viaggio. Veronique pare assorbire parole ed emozioni, sembra riflettere appunto come uno specchio, come se fosse lei il televisore e già lei l’occhio del pubblico.

Piccoli gesti: clausole minute di gentilezza o di volgarità, sparse durante il rituale o concentrate su punti chiave dell’incontro e del commiato; una convenzionalità quotidiana che vince sull’emozione e sull’imbarazzo. Veronique compie soltanto gesti essenziali… forse anche perché lei sa di essere vista, sa di agire, sa di rappresentare e simulare. Tuttavia probabilmente l’esistenza della “camera” televisiva al di là della sua camera di prostituta non cambia la coscienza del suo lavoro. Anzi, molto probabilmente sin dall’inizio la tecnica di Veronique è andata formandosi sapendo benissimo di attraversare l’immaginario collettivo.

La complessità della contrattazione: fa parte del rituale, è un attrezzo del piacere, rappresenta la “cultura” del cliente, il suo rapporto di forza non tanto nei confronti della prostituta quanto nei confronti della società tutta. Molti dicono di non avere i soldi, ma che per la “prossima volta” ne potrebbero avere: non dovremmo faticare a identificare in questi espedienti il nesso diretto con tutto l’universo delle promesse, gli scambi tra gesti e parole, le aspettative reciproche tra accertamento e speranza.

Una antologia di tipi che avrebbe potuto continuare all’infinito: il poliziotto, l’uomo con ombrello, il padre di famiglia che si offende per la mancata fiducia sulle modalità del pagamento.



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